Avete presente cosa erano le Wunderkammer? Quegli spazi tanto di moda nel Manierismo, in cui arte, scienza e natura generavano un risultato che aveva un preciso scopo, suscitare meraviglia. Nella mia “camera delle meraviglie” però non ci sono naturalia ed artificialia ma solo dischi (e in certi casi CD ed incorporei file digitali), da cui proviene musica “meravigliosa”, almeno per le mie orecchie. Per questo primo episodio nella Wunderkammer ho messo in bella mostra suoni tutto fuorché monotematici: dalle atmosfere rarefatte di IMP ai sussulti electroidi di DJ Overdose e The Exaltics, dalle solari melodie di Superflight e Manhattan Project alle rievocazioni French Touch dei Luputoni passando per i tenebrosi Ubre Blanca e i redivivi Miss Kittin & The Hacker, tornati in coppia con brani composti ad inizio carriera ma inspiegabilmente mai pubblicati.
Luputoni – Diskoveri EP (Luputoni)
Dietro Luputoni si celano i finlandesi Lupu Pitkänen (già negli Ural 13 Diktators) e Toni Aalto, intenti a dare un seguito al French Touch degli anni Novanta quanto più fedele possibile alle matrici originali. I quattro brani incisi sul disco pagano dunque il tributo a Roulé, Crydamoure, Yellow Productions e a tutta la scuola che, poco meno di venti anni fa, rivitalizzò la Disco e il Funk. Il vocoder di “Kuka” è di chiara estrazione daftpunkiana, “Diskoon” offre una chitarrina Stardust/Chaka Khan inspired, “Nainen” è una specie di “So Much Love To Give” (senti Together) ed “Ei Tuoksu” chiude con qualche inflessione Techno/Hi NRG in perfetto stile Ural 13 Diktators. Del 12″, in circolazione dallo scorso luglio e con un titolo che pare un chiaro rimando al “Discovery” dei Daft Punk, ne sono state stampate appena cinquanta copie.
DJ Overdose – Hero’s Gone Mental (L.I.E.S.)
L’etichetta newyorkese di Ron Morelli accoglie nel proprio catalogo una delle colonne statuarie dell’Electro/Hip Hop della West Coast olandese. Come di consueto la musica di Overdose si snoda su intricati percorsi ritmici segnati dalle sincopi, ma non particolarmente efficaci e brillanti in “Brain vs. Heart” ed “Hero’s Gone Mental”. Decisamente più convincenti i brani sul lato b, “Haex-Hrll” e “Trail Of Tears”, coi classici bassi pneumatici, qualche blipperia e la tensione drammatica a cui il DJ de l’Aia ci ha da tempo abituati.
Superflight – Arcade Run (Sunlover Records)
Davvero intrigante l’EP del tedesco Superflight, che affida la sua musica all’italiana Sunlover. I due minuti scarsi di “Cromatique” lasciano appena intravedere lo scenario di riferimento, ma è in “Arcade Run” che il berlinese esprime al meglio le potenzialità, rievocando l’Alden Tyrell di “Disco Lunar Module” con una potente revisione dell’Italo Disco, ulteriormente riverberata in “Fantôme Noir” ed “Infusione Elettrica”: quest’ultima mostra qualche assonanza con “Rock The Box” di Sylvester, 1984, ma sfortunatamente è priva di linee vocali che l’avrebbero ulteriormente impreziosita. Con “Metronome”, infine, riserva un eccelso trip in modalità breakkata, che tanto assomiglia ai retrofuturismi che etichette affiliate alla Clone hanno diffuso senza sosta per anni. Lo trovate su Bandcamp.
IMP – Rain Over Orion (Titan’s Halo Records)
Duecento copie per il nuovo Titan’s Halo firmato dallo spagnolo IMP. “Rain Over Orion” è Ambient frammisto a dolciastra soft Electro, idealizzabile in un volo spiccato da una suggestiva scogliera iberica verso il cielo terso delle baleari. Il remix di Boris Divider tocca l’Abstract e l’IDM con crepitii e rumorismi, quello dei Brain Machine invece livella i suoni spingendoli in contesti più ballabili con la cassa in quattro. Il design grafico è di Annita Rivera mentre il mastering, impeccabile, di Alek Stark.
Manhattan Project – That’s Impossible (Vielspaß)
Anche il Manhattan Project di Andrea Majocchi e Riccardo Maggese finisce nell’ormai sconfinato oceano dei Reissue. Pubblicato dalla francese Vielspaß, il disco è originariamente edito dalla City Record nel 1986, ed è ricordato in primis perché infilato in una copertina in tessuto disegnata da Riccardo Naj Oleari, motivo per cui nel corso degli anni ha visto crescere, per la gioia degli speculatori, le sue quotazioni sino a sforare i 200 euro. Così, dopo quasi trent’anni, “That’s Impossible” riappare, sia nella versione originale che in due nuovi remix a firma Flemming Dalum ed Ali Renault: il primo pompa le basse frequenze rendendolo più fruibile sui moderni impianti, il secondo stropiccia la stesura sottraendole prevedibilità, filtrando e mascherando l’impianto vocale ed anestetizzandone l’assetto Pop. Non manca nemmeno “Guinnesmen” (la b side di quel City Record), classica Italo Disco con battuta in sincope e pronuncia inglese davvero lontana dalla madrelingua, limite che ai tempi impedì spesso alla Dance made in Italy di confrontarsi sulla piazza internazionale relegandola al solo mercato domestico.
The Exaltics – Remixes (Solar One Music)
Le versioni originali dei brani qui remixati provengono dal “The Truth 2008-2013”, pubblicato durante la scorsa primavera. Adesso è tempo di riscoprirli grazie a cinque nuove reinterpretazioni: dalle emozioni fantascientifiche di E.R.P. ai ricordi post drexciyani di Ultradyne, dai soffici cuscini onirici di Gosub alle contorsioni ritmiche di Objekt per finire agli istinti technoidi di Dopplereffekt. Il solito Exaltics, la solita Solar One Music, la solita classe.
Miss Kittin & The Hacker – Lost Tracks Vol. 1 (Dark Entries)
Josh Cheon, patron della Dark Entries di San Francisco, mette le mani su quattro brani della coppia francese composti e registrati tra 1997 e 1999 ma mai dati alle stampe. Michel Amato programma macchine ai tempi già date per spacciate (Korg MS-20, Roland SH-101, Roland TR-606, Roland TR-808, Siel DK 80, Boss DR-660), Caroline Hervé offre un originale apporto vocale (spontaneo, in inglese ma con un accento sfacciatamente francese) che si rivela utile per superare lo steccato dei club ed approdare nelle classifiche di vendita. “Leather Forever” si ispira a “Breakdown” di Carol (1981), “Nightlife” nasce insieme alla nota “1982” (le assonanze sono più che palesi e i medesimi suoni nel banco mixer lasciano pensare a qualcosa come un ipotetico rework), “Miss Crazy Bullshit” e “Loving The Alien” si accodano alle prime prove di Electro vintagistica degli anni Novanta (Le Car, I-F, Dopplereffekt, ADULT.). Nel package è inserito un allegato con le liner notes in cui gli autori descrivono i propri stati d’animo prima dell’exploit ottenuto con l’International Deejay Gigolo di Hell che li elesse portabandiera dell’Electroclash insieme ad altri della scuderia, come Tiga e Fischerspooner. A rimasterizzare egregiamente il tutto dal DAT ci pensa George Horn. Ps: il Vol. 1 del titolo lascia presagire una continua: gli unreleased della coppia francese pare non siano finiti.
Ubre Blanca – The Sadist (Giallo Disco)
Ispirati (e forse pure ossessionati) dalle colonne sonore di film thriller/horror, gli Ubre Blanca approdano sull’etichetta di Vercetti Technicolor ed Antoni Maiovvi, che dal 2012 inneggia ad un filone ribattezzato Horror Disco. Andy Brown e Joel Stone, da Glasgow, reinterpretano stilemi del Prog Rock più tenebroso (Heldon, Goblin, Jacula, Antonius Rex) ma non tralasciando le accortezze della Synth Music cinematografica. Ne viene fuori uno spaccato che profuma (prevedibilmente) di soundtrack, coi corposi bassi analogici intarsiati a batterie vere suonate a mano (registrate da Luigi Pasquini, musicista ed ingegnere del suono). “Saeta”, in particolare, risente dell’influsso di Wendy Carlos e ci fa sprofondare nel buio di una sorta di “Clockwork Orange 2.0”.