“E’ necessario rimuovere il pensiero cosciente e lasciarsi guidare dall’intuizione e dalla sorpresa.”
La musica degli Xiu Xiu è impossibile da definire. Se questo assunto parrebbe oggi fin troppo abusato, nel caso della band americana risplende di nuovi significati andando a coprire sia aree sonore più o meno identificabili (elettronica, noise, folk, new wave, avant-pop) che agendo sottotraccia in un groviglio meta-musicale funzionale alla rappresentazione degli umori di Jamie Stewart, voce e anima del progetto. Sono proprio le sue parole quelle che seguono e che con estrema lucidità raccontano una storia che è partita agli inizi del duemila per arrivare ai giorni nostri con l’uscita del nuovo, bellissimo, disco “Forget” (esce il prossimo 24 febbraio per “La Tempesta International”). E’ un lavoro allo stesso tempo intricato e lineare, brumoso e chiaro, un disco che a nostro avviso fa tesoro di tutte le esperienze maturate nel tempo dagli Xiu Xiu ma soprattutto della recente reinterpretazione – con la benedizione di David Lynch – della colonna sonora di Twin Peaks.
L’ascolto di “Forget” mi ha trasmesso diversi stati d’animo. Se dovessi sceglierne uno su tutti direi “trepidazione”. So che si tratta di qualcosa di personale ma volevo capire se questa sensazione fosse condivisa.
Sei perspicace, il disco suscita in me sensazioni da fine incombente. Recentemente la paura sembra aver preso il sopravvento sulla tristezza come mio stato d’animo principale. Non saprei dire quale delle due sensazioni sia la peggiore.
Il disco esprime anche grande libertà creativa. E’ corretto oppure vi siete imposti qualche obbiettivo particolare da raggiungere? La libertà totale non sempre porta a qualcosa di buono, la limitazione aguzza l’ingegno.
E’ curioso che tu mi abbia posto un quesito del genere, effettivamente la libertà compositiva ci ha guidati nella stesura del disco molto di più che in qualunque altro nel passato. Con il precedente lavoro “Angel Guts: Red Classroom” ad esempio ci eravamo imposti di seguire una serie di regole ben precise. Ho amato il risultato. Avere una serie limitata di possibilità stimola la creatività, è stato incredibilmente liberatorio e divertente. Quando volevamo un beat avevamo solo due modi per farlo e quindi dovevamo ingegnarci per ottenere qualcosa di valido. Questo è un argomento che appassiona i fanatici del suono. Volevamo mantenere un modello di regole ferree anche per “Forget”, seppur con limitazioni diverse. Tuttavia questa volta non ha proprio funzionato. Le restrizioni forse erano troppe oppure semplicemente non siamo stati in grado di sviluppare bene le nostre idee, il risultato era solo spazzatura. Così sono passati due anni senza che riuscissimo a realizzare brani accettabili. La teoria veniva rispettava a tal punto da non permetterci di aggiungere altro, il disco non si concretizzava. E’ a quel punto che pensammo che la cosa migliore fosse non avere più regole, lasciarci andare, perdersi nel flusso demoniaco/angelico della musica. Rispondere istintivamente agli stimoli anziché esercitare un controllo di qualche tipo sul suono. Liberati dai preconcetti abbiamo scritto e registrato l’album in appena cinque mesi. Un processo molto veloce rispetto ai nostri standard. Solitamente procediamo per gradi verso l’obbiettivo invece questa volta siamo stati velocissimi. Ora che abbiamo chiuso “Forget” abbiamo nuovamente voglia di porci dei limiti, chissà se funzionerà questa volta.
Sei un perfezionista del suono?
Bado soprattutto alla grana sonora, che deve essere bene a fuoco e rispecchiare ciò che voglio dire. Certe volte ci si riesce al primo tentativo altre volte dopo giorni e giorni di editing su venticinque versioni registrate del pezzo. In un certo senso sono un perfezionista sì, ma se un errore o qualcosa di non calcolato rende il pezzo funzionale a ciò che voglio dire ai miei ascoltatori allora va più che bene così. E’ una bellissima sensazione quando tutto ciò accade alla prima registrazione ma anche quando la magia giunge alla trentesima prova va più che bene, deve però esserci sempre cuore e trasporto.
Comporre musica per te è più doloroso o liberatorio?
E’ entrambe le cose e, probabilmente, è così per tutti quelli che producono musica. Può essere immensamente deludente e straziante quel provare e riprovare senza riuscire a concretizzare nulla. Poi quando qualcosa accade e si riesce a trasmettere in modo anche inaspettato il proprio io in musica si prova una delle sensazioni più belle in assoluto. In quel momento, per usare le tue parole, si prova una sensazione davvero liberatoria.
Mentre scrivevate “Forget” eravate impegnati anche nel progetto “Xiu Xiu Plays the Music of Twin Peaks”. Che esperienza è stata? Siete riusciti a raccontare una storia del tutto nuova eppure assai rispettosa dell’originale.
Il progetto ci è stato commissionato dalla galleria d’arte moderna di Brisbane come parte della loro retrospettiva su David Lynch. Abbiamo impiegato diversi mesi per capire come portare avanti la cosa al meglio. C’è un sacco di materiale tra le due stagioni della serie e i gli spin-off “Fire Walk With Me” e “The Secret Diary of Laura Palmer”. José Da Silva del GOMA ci ha inviato tutto ciò che è stato prodotto da Angelo Badalamenti e David Lynch su Twin Peaks e per settimane abbiamo ascoltato i pezzi mettendo da parte quelli che sentivamo maggiormente nelle nostre corde. Abbiamo tenuto conto del nostro gusto naturalmente ma anche di quei pezzi iconici che per i fan duri e puri non potevano mancare. Essendo noi stessi appassionati della serie è stato utile confrontarsi con altri pareri per non lasciare nulla al caso. Quindi sono passate altre settimane per studiare i nuovi arrangiamenti; ci siamo seduti attorno a un tavolo per realizzare proprio ciò che hai descritto. Reinterpretare la colonna sonora in modo rispettoso ma anche trasfigurando il tutto secondo il nostro gusto, evitando di creare una copia sbiadita. E’ stato molto difficile ma anche gratificante, alla fine della storia direi che è stato entusiasmante.
Avete avuto un contatto diretto con David Lynch?
Lo abbiamo incontrato fugacemente in occasione di un festival che ha promosso a Los Angeles durante il quale ci siamo anche esibiti. E’ stato incredibilmente gentile e generoso con noi. Abbiamo una foto incredibile con le sue braccia che stringono Angela e Shayna (Angela Seo e Shayna Dunkelman rispettivamente tastierista e percussionista/multistrumentista della band NDR).
I testi parlano a voi stessi oppure di più a noi ascoltatori? Ogni canzone è differente ma magari ricorre più spesso l’una o l’altra situazione.
Si rivolgono sempre all’ascoltatore, sono per voi.
Scrivete prima il testo o la musica?
Vengono fuori allo stesso tempo, anche se recentemente lasciamo aperte varie possibilità di incastro tra testi e musica. Le storie provengono dalle fonti più disparate, dai libri, dai film, da conversazioni che sentiamo sul bus, annotiamo tutto e in un secondo momento cerchiamo di tirar fuori qualcosa di buono da questi spunti. C’è molto materiale inutile che si accumula ma nel mezzo ogni tanto viene fuori qualche perla. Credo che quelli come noi che utilizzano questo metodo potranno concordare sul fatto che è necessario rimuovere il pensiero cosciente e lasciarsi guidare dall’intuizione e dalla sorpresa.
Come capite che un disco è pronto? Ad un certo punto scatta qualcosa immagino.
Avendo avuto un piccolo studio per lungo tempo posso dirti che accade quasi il contrario. Le cose vengono registrate non appena si ha l’idea. Non vogliamo perdere quell’iniziale, luminosa, scintilla. Il più delle volte poi quelle soluzioni vengono demolite, ma considero la registrazione come il primo atto, quello che dà dignità alla visione, l’unico modo per comprendere se quello spunto può evolversi in qualcosa di definitivo oppure no. Magari diventa solo rumore di fondo ma mi sembra giusto iniziare nel modo più attento possibile.
Riesci a identificare alcune tappe importanti senza le quali oggi non esisterebbero gli Xiu Xiu?
Eccone alcune, sia positive che negative: essere cresciuto con un padre musicista che mi ha fatto ascoltare dischi di qualità quando ero molto giovane, poter ascoltare Prince alla radio da ragazzo, aver ascoltato le prime produzioni goth della “4AD”, essere entrato in possesso di una drum machine da adolescente, aver subito abusi dai miei genitori, essere timido e odiare avere intorno la maggior parte della gente, essere stato troppo esposto al sesso da giovane, vivere nella fottutissima amerika, il dover risparmiare per viaggiare, aver collaborato con Cory Mcculloch, aver incontrato i Deerhoof agli esordi, avere un sintetizzatore in casa, aver assistito a un concerto di David Bowie come primo grande concerto della mia vita, essere queer, avere un brutto carattere, essere un’amante della natura, avere un’ossessione per gli animali di peluche e per i gatti.
Nel corso della vostra carriera avete realizzato parecchie cover. Cosa rappresenta per voi la reinterpretazione di pezzi altrui?
Ha sempre a che fare con la gratitudine. In modi diversi e nella maniera più varia abbiamo sempre coverizzato un pezzo per dimostrare pubblicamente quanto per noi sia stato importante. Ogni canzone oggetto di cover ci ha toccati, influenzati e guidati in una evoluzione che reputiamo essenziale. Ogni componente degli Xiu Xiu sarebbe perduto senza la musica e ci approcciamo alle cover a testa bassa e con un sorriso commosso.
Ogni vostro disco ha diverse copertine e grafiche a seconda della stampa in cd, vinile, ristampa e così via. E’ una cosa singolare e a mio avviso bellissima.
Realizzare copertine degli album è un processo molto piacevole allora abbiamo pensato che farne diverse sarebbe stato ancora più divertente.
Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Recentemente ho ascoltato alcuni dischi di percussioni haitiani, rispolverato “Pornography” dei Cure, “Cruel Optimism” di Lawrence English, “Bird Wood Cage” di The Wolfgang Press, un percussionista di Yoruba bata, Julius Eastman, Roy Orbison e “K.M.T.” di Africans with Mainframes.
Se tu fossi un personaggio di Twin Peaks chi saresti?
Il nano! Amo la sua ambiguità, è allo stesso tempo il bene e il male, è bizzarro e parrebbe essere il ponte tra la nostra realtà e l’altra dimensione. Anche la sua danza è impeccabile.
English Version:
Xiu Xiu’s music is impossible to define. If this assumption seems to be too abused nowadays, in the case of this American band shines with new meanings, involving the shape of sounds (electronics, noise, folk, new wave, avant-pop) and also acting like a representation of Jamie Stewart’s moods. His words tell us a story started at the beginning of the millennium to present days, with the release of a new beautiful album called “Forget” (out on 24 February for “La Tempesta International”). It’s a work at the same time intricate and linear, misty and clear, a record that in our view express all the experience gained over time by Xiu Xiu, included the recent re-interpretation – with the blessing of David Lynch – of the Twin Peaks soundtrack.
Listening to “Forget” I had the impression that the range of feelings that provides to the listener is wide. If I had to pick one, I would say “trepidation”. I know it is something personal, but I wanted to understand if you could agree with this feeling.
The looming end… you are perceptive. Fear does seem to have taken over for sadness as my main state lately. I do not know which is worse.
The album expresses creative freedom more that everything else. Did you set any particular aim to achieve? Sometimes is more stimulating to deal with restrictions than be in total freedom.
Funny you should bring that up as that question drove this record procedurally more than any other did.
With the last record, “Angel guts: red classroom”, we had just that, a very very strict set of rules. I loved it. Having a small set of tools to solve creative problems with, at that time, was incredibly liberating and enjoyable. When we needed a beat there were only two ways to make it so what is the most creative thing we can do with that? This is an exciting question for music dorks. Enjoying the “rules” model we tried to do this again for “Forget” but with different rules. However it patently did not work. We could not decide on parameters or the parameters we finally did set yielded only garbage. It got so that almost 2 years passed with no new usable songs. What seemed to no be working was holding so tightly to a theory and not letting things happen. It seemed that the best road would be to have no rules, do not think at all, just move and listen to the demonic and angelic power of music. To obey it rather than control it. Once freed we wrote and recorded everything in about 5 months. Which for is very fast. Usually we plod slowly and directly. It was as a dam burst. However, for the follow up to “Forget”, we have instilled rules again and it seems to be working. Will see.
Are you a perfectionist?
I am more interested in what sounds great and feels great. Sometimes that is a first take sometimes that is days of editing 25 different takes together. In a way, I am probably a perfectionist but I allow for a mistake or a weird diversion to be considered perfect if it serves the music and the listener. It is a great feeling to get a first take and have it be magic but 30th take can be magic too if it is played with heart and drive.
Is composing music for you more painful or liberating?
It is both, and probably both for anyone who works on music. It can be enormously disappointing and heart breaking to push and push but end up failing but when something that feels real and unusual happens, there is nothing better in life. Then it is, to use your word, truly liberating.
During the creative process of “Forget” you also were taken by the fascinating project “Xiu Xiu Plays the Music of Twin Peaks”. Can you tell me about that experience? You were able to tell a completely new story but also very respectful to the original Badalamenti’s score.
We were asked to do it by the gallery of modern art in Brisbane as part of their David Lynch retrospective. But it took us several months to sort out how to manage it. There is a lot of material between both seasons of the show, fire walk with me and the Laura Palmers secret diary. José Da Silva from the GOMA sent us everything Angelo Badalmenti and David Lynch had done related to Twin Peaks and over the course of several weeks we listened to them and slowly picked songs and pieces we felt we could play, felt the most attached to, thought were interesting and ones that die hard fans would like to hear. We are also die hard fans we could speculate on this for others. Then we took several weeks to sort the arrangements, at times sitting around a table together sketching it out, trying to do what you described. Play it respectfully but also play in the way that is influenced as, not just to do a bald copy of it. It was difficult, daunting and but very rewarding and in a simple way, fun.
Do you had any contacts with David Lynch?
We met briefly when he held a festival that we played at here in Los Angeles. He was incredibly gracious and sweet to us. There is an amazing photo of his arms around Angela and Shayna.
Do your lyrics speaks the most to yourself or to the listeners? Each song is different but maybe you can answer to this question.
Always to and for the listener.
Do you write first the text or the music?
At the same time, but lately what text goes with what music comes later. The text part of things as of late has been based in writing down every dumb thought or lines from books or movies or people talking on the bus and then mining for gold after. Lots of mud very little gold, but it, and I think many people who approach lyrics this way, can allow for a removal of conscious thought and lead to intuition and surprise.
How you understand that the work is ready to be recorded? I imagine that something clicks.
Having had a small studio for such a long time, it is almost the opposite. Things are recorded as soon as they being. You never want to miss that initial, pure spark. More often than not things are scrapped but I find recording as something first gesture gives it the weight and respect to follow it and see what it has the potential to become. It may and usually becomes blankness and but why not start off with commitment.
Can you identify some important steps without which you would not be Xiu Xiu today?
Some are good and some are bad. Being raised by a musician father who gave me quality records to listen to when I was younger, Prince being on the radio when I was kid, getting into early 4AD goth records, being given a drum machine as a teenager, being abused by my parents, being shy and hating being around most people, being over exposed to sex as young person, living in stupid amerikkka, saving my pennies to travel, being given 20th century classical records by Cory Mcculloch, meeting Deerhoof early on, having a synth in the house, seeing David Bowie as my first big concert, being queer, having a bad temper, enjoying nature, being obsessive and liking stuffed animals and cats.
Xiu Xiu and the covers, what means to you to deal with the music of another musician?
It is always from a place of gratitude. In different ways an for different reasons we have always covered a song to say thank to it. In some way that band or piece of music has touched us, or shaped us, or defined a moment that we found essential. Everyone in Xiu Xiu would be lost without music and all our attempts to cover anyone else is with a lowered head and a tearful smile.
Your records usually have different art covers depending to the press release. It is something unique and beautiful to me.
Making album art is enjoyable. Therefore, why not make more.
What are you listening to these days?
As of late I have been listening to a few hatiian drumming records, revisting Pornography by The Cure, Cruel Optimism by Lawrence English, Bird Wood Cage by The Wolfgang Press, a Yoruba bata drumming, Julius Eastman, Roy Orbison and K.M.T. by Africans with Mainframes.
If you were a Twin Peaks character who would you choose?
The man from another place! I love how confusing he is, that he is both good and evil, is bizarre and seems to be a bridge between reality and the other dimension. In addition, his dance moves are impeccable.