In uscita il 6 maggio prossimo, questo EP di casa Secretsundaze si fa attendere dai collezionisti di vinili (e dai segugi di tracce digitali) con una certa trepidazione, e perché no, con una certa attenzione. Dico questo non solo per il mero calcolo aritmetico (manca ancora qualche giorno al lancio, infatti) ma anche per la qualità del disco. Quattro pezzi di sicuro valore compongono questo EP che, una volta tanto, non è il solito mucchietto di pezzi in ordine sparso, bensì un vero e proprio viaggio alla scoperta degli angoli nascosti del dancefloor.
Avete letto bene: dancefloor. Si perché se è vero che l’anima del disco è fondamentalmente dark (non a caso la seconda traccia del lato A si chiama “Be Dark”) è altrettanto vero che certe voci e certi rimbalzi techouseggianti portano dritto al punto che la musica elettronica (se non tutta, molta) dovrebbe avere sempre in mente: la pista. Le persone che amano ballare. Magari anche bere, sudare e sfogarsi e fare clubbing e flirtare, ma sempre ballando. Concetto che sta diventando sempre meno underground, eppure sempre molto importante, miei cari amici, addetti ai lavori e dj’s. Cosa che quest’ultima fatica di Ewan Smith, questo il suo vero nome, coglie alla perfezione nonostante la caratura techno e scura del progetto finale.
Insomma, un lavoro coi fiocchi, che esprime tutto il suo senso nell’idea di far ballare la gente rimanendo comunque fedele a se stesso. Si perché se è vero, mentre scrivo, che mezzo mondo sta aspettando con ansia che il disco dei Daft Punk venga definitivamente alla luce e sconvolga l’umanità (cosa assai difficile, dopo il botto del 2000) è altrettanto vero che all’altra metà tutto ciò non interessa poi tanto. E sono convinto che uno di questi strani tizi sia il suddetto producer inglese, in arte Youandewan. Magari sbaglio.