Il virgolettato è dei Mogwai: non propriamente l’ultimo gruppo della scena musicale, in quanto a classe ed esperienza e fortuna di aver viaggiato il globo intero suonando un po’ dovunque. Affermazione impegnativa. Anzi, sulla carta uno fa fatica a crederci. Perché Ypsigrock non è mai stato e probabilmente mai sarà uno di quei festival dal poderoso dipartimento comunicazione, che paga press trip a destra e sinistra e investe milioni in pubblicità, di modo da rendere prestigiosissimo il proprio profilo. Quindi ecco, ci sta anche che non l’abbiate mai sentito nominare. Soprattutto se non siete enormi appassionati di indie rock.
Ma i Mogwai hanno abbastanza ragione. Pure se non siete appassionati di indie, potrebbero davvero aver ragione. Noi personalmente abbiamo scoperto il festival siciliano durante un tour passato al seguito dei Moderat; ne avevamo sentito parlare, ovvio, eravamo curiosi. L’impatto è strano: arrivi a Palermo, in aereo, e cominci a guidare. Giunti a Cefalù, ci si inizia ad inerpicare in mezzo ai monti. Venti minuti. Mezz’ora. Quaranta minuti. E prendi a chiederti, perplesso: “Ma qui? In mezzo al nulla? Cioè davvero? E come diavolo ci arriva la gente?”.
Ci arriva la gente, eccome se ci arriva. A migliaia. Esiste da più di vent’anni, Ypsig, e il semplice passaparola ha creato miracoli. Tradotto: ha creato sold out a getto continuo. E lo ha fatto per una line up che non ha mai, mai, mai derogato dal concetto di qualità, di gusto, di amore per le scelte non scontate. La matrice è indie rock, certo, ma nella sua matrice più nobile, progressista e creativa. Basta guardare la line up di quest’anno: se amate (anche) l’elettronica, il live dei Vessels è imperdibile. Se amate la musica di qualsiasi genere, gli Algiers sono assolutamente da vedere. Per non parlare poi di Seun Kuti, il figlio del grande Fela, col prodigioso progetto Egypt 80, o dell’accoppiata Trail Of Dead / The Jesus And Mary Chain. O potenziali animali da palco come The Horrors, o gli australiani Confidence Man, una delle potenziali sorprese dell’edizione di quest’anno.
(non solo concerti: ecco gli appuntamenti con gli Extra Moments targati Molinari)
Insomma, “indie” è limitativo. Molto limitativo. Ypsig è quel festival fatto, molto semplicemente, per quelle persone che amano davvero la musica. Che quindi la seguono, sono curiose, sono onnivore – ma con criterio. Tutto questo in un contesto che è magico: Castelbuono non solo è in mezzo al nulla, è anche molto raccolta: tutto il paese “abbraccia” il festival e i suoi spettatori (che arrivano ovviamente da tutta Italia e, anzi, da tutto il mondo, visto che un giornale come The Times è arrivato a scrivere “Ok, se avete lasciato perdere Glastonbury dovreste dare una chance a Ypsigrock”), il senso “di famiglia” che ne viene fuori è qualcosa di incredibile e la bellezza del luogo in cui è incastonato il main stage, beh, la potete controllare voi stessi osservando la foto che introduce questo articolo.
E’ qui che, da domani, arriviamo con Molinari nel terzo viaggio degli Extra Moments, dopo Nameless e Viva. Oggi ci sarà una piccola festa di benvenuto, con i concerti che si svolgono solo al Cuzzocrea Stage (il palco del camping ufficiale del festival, a qualche chilometro da Castelbuono, dedicato al compianto giornalista Stefano Cuzzocrea, una persona che ci manca molto e un grande appassionato del festival siciliano), da domani si entra a pieno regime: vari stage in città, nottate selvagge nel camping (con matti tipo Bob Log III, uno assurdo). E per l’ennesima volta, Ypsig dimostrerà – senza bisogno di fanfare o di “vendersi” in giro – di essere (uno dei ) “…festival più belli del mondo”.