Mi trovo sempre in difficoltà quando mi si chiede di scrivere qualcosa rispetto a Burial. Ho passato la maggior parte del mio tempo – egualmente suddiviso – ad ascoltare la sua roba e a chiedermi chi cazzo fosse. Io ci tengo a queste cose e non è così scontato. Voglio sapere chi ho davanti, chi sei e da dove vieni. Fa parte del gioco. Per un attimo, probabilmente il tempo di un articolo troppo sbrigativo che ho cancellato dal web e dall’hard disk, ho pensato fosse Four Tet. Ho pensato fosse Kode9, l’abbiamo pensato tutti. Poi non ho pensato più a niente, ho proseguito imperterrito a pormi quella stessa domanda senza risposta.
Mi trovo spesso in difficoltà anche quando mi si chiede di scrivere qualcosa rispetto a Zomby, perché mi piace e l’ho ascoltato davvero molto. Però lo odio, forse. Non lo so. Forse lo amo perché si fa odiare da me. Intendo come uomo, come “artista fisico”. Sul resto, le produzioni, sono indubbiamente un fan.
Poi a un certo punto ho un pensiero; è una sorta di fulmine che mi entra nel cervello oltrepassando la scatola cranica come un Casper di luce abbagliante, ma soprattutto rivelatoria. È un razzo tracciante: forse non fotte più niente a nessuno di Burial.
Ci penso davvero. Voglio dire, potrebbe anche sembrare una provocazione e forse lo è, ma quanto tempo è passato dall’ultima volta che una notizia su Burial ha avuto il rinculo di un tempo? Il ragazzo più misterioso della club culture rischia di scomparire dietro i propri enigmi. Burial, il paladino dell’UK garage.
Le sue collaborazioni sono state accolte sempre più in sordina.
È come la storia di Batman, a cui tutti, buoni e cattivi, tentano di strappare la maschera per scoprire se quegli occhi di ghiaccio sono di un uomo oppure di un dio. Nessuno ci riesce. Gran parte dello show si regge su quello. Ok, ma noi, il pubblico, sappiamo che lui è Bruce Wayne. Questo vince. Dopo un po’ ci stanchiamo dei maledetti e affascinanti. Siamo una generazione di curiosi pigri, perché con un tale volume di roba di ogni genere, letteralmente a portata di click, non possiamo stare lì ad aspettare.
Purtroppo è anche questo.
E sai qual è stato il fallimento vero? Che nel momento in cui lui ha tirato fuori quel suo sgualcitissimo selfie e ha pronunciato le fatidiche parole “I am William Emmanuel Bevan”, alla maggior parte di noi è scesa tutta.
Ricordo che la prima cosa che pensai fu “Ecco, non è Four Tet”.
Poi pensai “Pensa te, uno che conosci per anni con il moniker di Sepoltura, va a finire che che ha un nome, un secondo nome e un cognome del tutto banali. Che scesa”. Avete aspettato troppo a dirmi che era Bruce Wayne, ragazzi.
Poi c’è quell’altro, quello che forse odio oppure amo, Zomby, che il nome vero ancora non ce l’ha detto.
Un altro di quelli che non si capisce bene che cosa vogliono dirti e cosa no. Uno di quelli che boh, come direbbe quel tale.
Zomby, che ascolti le sue produzioni e pensi che uno così deve vincere tutto, poi lo vedi live e ti guardi intorno, incredulo, regalandogli la scusa del “Sta suonando così perché sicuramente s’è fatto di crack”, e lo sai che non è vero. Praticamente non sta suonando, sta facendo finta e tu sei imbarazzato per lui, vorresti prendergli la testa tra le braccia e sussurrargli che va tutto bene. Va tutto bene. Mentre lo accompagni nel backstage.
Insomma, nella Gotham City dei freak da consolle, Burial e Zomby potrebbero essere talmente pazzerelli o avere le spalle talmente larghe, da fare una collaborazione. Potrebbe essere un colpo di genio nella sceneggiatura; Batman (Burial) in coppia con il Joker (Zomby) che tradisce Robin (Four Tet)
Quella di cui abbiamo ultima notizia non è la prima, sia chiaro, ricordo un Burial X Zomby X Ryuichi Sakamoto datato 2013, tra i remix di lusso del trio A/J/E, ma anche quello mi rimane, comunque, un grande mistero.
Questo s’intitola intitola “Sweetz” e fa parte dell’LP intitolato a sua volta “Ultra”, ultima fatica di Zomby che vanta altre collaborazioni, come quella con Darkstar, Banshee, Rezzett e Hong Kong Express. Chiaramente la più attesa è quella fra i due misteriosi inglesi e dunque eccola qui, l’hanno fatto davvero, ma non possiamo ascoltarla. Eh già, perché Juno Records – store dal quale si può acquistare il vinile in edizione limitata – la fa uscire, seppur frammentata. Poi la cancella. Appare un video su Youtube della traccia, ma Cargo Records – distributrice di Hyperdub – lo blocca.
Il mistero s’infittisce.
A meno di colpi di scena, se siete stati fortunati l’avete ascoltata in quel breve lasso di tempo che è rimasta libera nell’internet; altrimenti la sentirete dal 2 settembre.
E cosa vi aspettate? Vi aspettate Burial oppure Zomby? Bassline rave dilatate ed eco da fabbrica oppure loop oscuri stroppicciati e malinconici? E qual è la differenza tra Burial e Zomby, tra Batman e il Joker, in quale punto la linea si congiunge scavalcando la banalità del mistero per definire il riscatto o il prezzo da pagare?
Mattia Grigolo
Ha iniziato a scrivere quando viveva quattro metri sotto il livello della strada, in uno scantinato di Milano. Ora sopravvive a Berlino e scrive ancora, di musica e di gente che vive quattro metri al di là di ogni cosa, utilizzando un nome di donna come pseudonimo. Ha lavorato per dieci anni nella discografia italiana ed è fondatore e trainer de Le Balene Possono Volare, laboratori creativi nella capitale tedesca. Sogna di finire i suoi giorni in in un bosco a tagliare la legna, ma ancora è presto.
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